Uomo seduto al centro di un palco nero, circondato da sedie, illuminato da una luce sopra di lui, con tende rosse ai lati.

Sono Gabriele Bellini.
E se devo definirmi, non penso a un titolo, ma a una frattura.
Un punto interiore dove qualcosa si rompe, si mostra, e pretende forma.

Non faccio cinema per raccontare.
Lo faccio per dissotterrare.
Per spingere l’immagine a diventare specchio, lama, ferita.
Il mio sguardo è concettuale, quasi onirico, ma mai costruito: arriva prima del pensiero, prima della parola.

Il cinema è ciò che mi attraversa.
Non lo dirigo, lo subisco.
E cerco di restituirlo, pezzo dopo pezzo, attraverso ciò che creo.

Sono nato nel 2002 a Salerno.
A nove anni già mi perdevo nei film che non capivo: quelli che non spiegano, ma chiedono.

Durante il liceo classico “Sabatini-Menna”, inizio a lavorare come videomaker per festival locali e a sporcarmi le mani con l’immagine.

Dopo il diploma alla Scuola di Audiovisivo e Multimediale, realizzo il mio primo cortometraggio, IMMAGINA, un esperimento personale che mi apre le porte dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove mi laureo in Cinema e Audiovisivo nell’ottobre del 2024.

Nel 2022 realizzo D.O.C., cortometraggio sperimentale nato da un progetto fotografico, selezionato nella sezione Videoarte della Biennale MarteLive.

Nel 2023 fondo con altri quattro studenti Psyches Film, uno studio amatoriale dove il cinema diventa esercizio di identità collettiva. Con loro nasce APICE, candidato al concorso Napoli Est Short Film.

Sempre nel 2023 realizzo IL DEMONIO, ispirato all’omonimo racconto di Charles Bukowski:
un lavoro che si muove tra dissociazione e delirio, dove la parola dell'autore si sfalda nell'immagine, e l’immagine si fa corpo psichico.

Il film viene selezionato come finalista al Festival Internazionale del Cinema di Salerno.

Non mi interessa essere compreso.
Mi interessa essere sentito.
Ogni mia immagine è un’interrogazione silenziosa rivolta a chi guarda:
sei davvero al sicuro dentro di te?
Perché il mio cinema non ti intrattiene.
Ti guarda, ti sfida, e poi ti lascia lì, a fare i conti.

chi sono?