Il cortometraggio è la mia personale visione della poesia “Il tempo è” di Henry Van Dyke. Non un adattamento, né una semplice trasposizione, ma un’interpretazione intima che prende forma attraverso immagini e suggestioni visive.
Breve ma intenso, il film si sviluppa come un frammento poetico capace di restituire allo spettatore il respiro e la forza evocativa dei versi, trasformandoli in un’esperienza sensoriale e contemplativa. Un viaggio essenziale, che unisce parola e immagine in un tempo sospeso, invitando a riflettere sulla sua natura sfuggente e universale.